mercoledì 19 agosto 2015

Hunger games





La prima cosa che ho pensato chiudendo l'ultimo dei tre libri è stata che una protagonista così, diciassettenne, è una delle figure più preziose e positive che si possa proporre a un'adolescente oggi. 
Ma non solo Katniss, ragazza coraggiosa, integra, incorruttibile, pronta agli slanci più eroici nel rispetto, senza ombre, degli esseri umani e dei sentimenti più puri. Ma anche Gale, una specie di fauno ribelle, un cuore altrettanto puro ma arso dal fuoco di sentimenti più brucianti, dall'acume più bellico, ma sempre mosso da eroismo e generosità. E poi Peeta, il sole, biondo, occhi azzurri, cuore calmo e luminoso, la sicurezza, la speranza, l'ottimismo, chi non nega mai un sorriso e non dimenticherà chi è e chi vuole essere a qualunque prezzo.
In un mondo fatto di emozioni superficiali falsamente soppesate, in cui la generosità e l'abnegazione non esistono nemmeno nelle favole e nei cartoni animati, in cui quasi volontariamente c'è chi non vuole nemmeno proporle ai più piccoli perché non portano a vincere, in un mondo in cui ciò che conta è essere belle e farlo notare, guadagnarci su e portare i soldi a casa, per poi farsi ancora più belle e perdere se stesse, perché quello è aver vinto, Katniss è solo istinto e coraggio, amore inconsapevole, spirito di sacrificio senza paura, strumento nelle mani della libertà. Selvatica e brutale, incapace di raccontarsi e di leggersi dentro, sa però sempre chi è, chi ama e chi proteggerà da cosa.  Sempre all'erta, piena di interrogativi sulla bontà del proprio agire, commossa e prostrata dal sacrificio degli altri, di cui conserverà eterna memoria e riconoscenza.
Un'eroina che non teme i capelli sporchi e le ferite, che non si guarda mai allo specchio e sa vedere il bello in mezzo al fango. Una ragazza carica di sostanza, che sa trovare i significati. Che non potrà non vincere.


Hunger Games
La ragazza di fuoco
Il canto della rivolta
S. Collins
Mondadori 2013
13€

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